La guerra è il luogo della violenza e della potenza, della distruzione e della politica. Essa ha dato vita a un’infinità di opere d’arte, che hanno cercato di disvelarne il segreto: come sia possibile che alla dimensione più drammatica della vita umana si possa accostare la ricerca appassionata del bello. La pittura ha raffigurato la guerra discutendola in termini morali, ideologici o estetici, realizzando alcune delle opere più celebri di tutta la storia dell’arte (come lo è Guernica), ed è diventata uno dei più potenti mezzi di comunicazione e di dibattito di cui le società possano disporre.
Luigi Bonanate è professore emerito nell’Università di Torino, socio dell’Accademia delle Scienze di Torino e Medaglia d’oro dei benemeriti della cultura e dell’arte. Ha insegnato Relazioni internazionali per più di 40 anni, e tiene corsi alla Scuola di studi superiori Ferdinando Rossi dell’Università di Torino, alla Facoltà di Scienze strategiche e a quella teologica dell’Italia settentrionale. Il suo primo libro era stato La politica della dissuasione (1972); i più recenti Anarchia o democrazia (2015) e Dipinger guerre (2016). Per i tipi di Aragno ha curato l’edizione di scritti di H. de Balzac, R. Rolland, R. Serra, D. Galimberti e L. Rèpaci, N. Revelli.