Arrigo Benedetti

Arrigo Benedetti (Lucca 1 giugno 1910-Roma 26 ottobre 1976), un protagonista dell’informazione italiana del Novecento, esordì come scrittore sulla rivista «Il Selvaggio» diretta da Mino Maccari con racconti ambientati nella Prima guerra mondiale. Intrecciò presto l’impegno letterario con il giornalismo. Benedetti accanto a Mario Pannunzio, suo concittadino, amico e coetaneo, si formò con Leo Longanesi a «Omnibus», il primo rotocalco italiano, chiuso dal fascismo nel gennaio 1939. Con Pannunzio tentò allora di rilanciare il femminile «Tutto». Insieme andarono a dirigere «Oggi», anch’esso chiuso tre anni dopo dalla censura del Duce. Arrestato sull’Appennino Toscoemiliano, dove aveva dato soccorso ad alcuni soldati alleati, nel carcere di Reggio Emilia Benedetti condivise la cella con il padre dei fratelli Cervi. Nel 1945 con l’editore Mazzocchi fondò l’«Europeo». Se ne andò nel 1954 in dissenso con il nuovo editore, Rizzoli, che voleva il settimanale più popolare. Scrisse allora sul «Mondo» e divenne inviato della «Stampa». Finché, grazie all’impegno economico di Adriano Olivetti, nell’autunno del 1955 fondò l’«Espresso». Tra i suoi romanzi, Paura all’alba (1945), Il passo dei Longobardi (1964), L’esplosione (1966), Il Ballo angelico (1968).
Arrigo Benedetti

PIÙ GIORNALISMO, MENO IDEOLOGIA