Lu Xun, Carlo Laurenti
CINA SILENZIOSA - DUE O TRE COSE SUL SIGNOR LU XUN
«I rivoluzionari sono uccisi dai controrivoluzionari. I controrivoluzionari sono uccisi dai rivoluzionari. I non rivoluzionari o sono presi per rivoluzionari e sono uccisi dai controrivoluzionari, o sono presi per controrivoluzionari e sono uccisi dai rivoluzionari; oppure non sono presi per nulla, e sono uccisi da rivoluzionari e controrivoluzionari»: così suona una noterella di Lu Xun. Una volta Mao ammise che «il santo della Cina moderna», come lo aveva definito alla sua morte, se fosse sopravvissuto sino agli anni Cinquanta avrebbe dovuto incarcerarlo. Ma anche in vita risultava troppo innovativo per i tradizionalisti, troppo legato alla tradizione per le avanguardie. È questo il destino dei grandi maestri d’ironia, capaci di cogliere in ogni cosa il senso del rovescio: Lu Xun ci mostra quanto questo principio, così scomodo nella vita, sia vitale in arte. Nel 1979 gli dedicava la sua tesi di laurea – di stupefacente idiosincrasia «indisciplinare», anche per tempi tanto meno sussiegosi dei nostri… – il giovane Carlo Laurenti. Che oggi, con la sua onniscienza del corpus, raccoglie per noi questo erbario di illuminazioni; allora si piccava invece di sottolineare, di quel maestro di modernità, le fondamenta taoiste. Oggi suonerà forse ovvio definire Lu Xun «un ibrido»; altrettanto non si poteva dire, però, una quarantina di anni fa. Il fatto è che «un ibrido», si capisce, è lo stesso Laurenti: inclassificabile erudito di nessuna accademia. Tra saggezza orientale e malizie europee, tra rigore culturale e stravaganza esistenziale, tra passato e presente. Anzi, no: futuro. Andrea Cortellessa
- 978-88-9380-094-5
- 2021
- €15.00
Lu Xun (pseudonimo di Zhou Shuren, Shaoxing 1881-Shanghai 1936) Tra i massimi scrittori del Novecento, è considerato il fondatore della lingua cinese moderna. Dopo studi di medicina e letteratura condotti fra la madrepatria e il Giappone, aderì a ideali rivoluzionari (ma non aderirà mai al Partito Comunista). Il suo primo libro fu nel 1922 la raccolta di racconti Alle armi! (che comprende il celebre Diario di un pazzo, ispirato all’amatissimo Gogol’), ma in seguito rinunciò alla scrittura narrativa per darsi a prose brevi e inclassificabili (come le Erbe selvatiche del ’27 e i Fiori del mattino raccolti la sera del ’32) che ibridano tradizione cinese e moderne suggestioni europee, sino alle Vecchie leggende rielaborate del ’35. La raccolta delle sue opere assomma a venti volumi; in italiano le edizioni più recenti sono uscite da Quodlibet (Erbe selvatiche nel 2002 e La falsa libertà nel 2005), O Barra O (Fuga sulla luna e altre antiche storie rinarrate nel 2014), Newton Compton (La vera storia di Ah Q nel 2016) e La Vita Felice (Poesie nel 2016).
Carlo Laurenti Sinologo, saggista e cineasta, ha studiato a Roma, in Cina e in Francia. Ha tradotto e curato per Adelphi Zhuangzi, Confucio, Cioran, Maspero e Marcel Granet e, per altri editori, Denis de Rougemont, Jonathan Spence, Simon Leys, Charles Williams e Kristofer M. Schipper.