Donatella Signetti
PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DELLA DEA
La Grande Dea è stata la figura divina centrale della prima concezione mitologica del mondo. Archeologia e mitologia ne conservano ancora le tracce, ma a un certo punto culti e narrazioni cambiano contenuto, mettendo al bando la sua memoria. Le storie che raccontiamo o che occultiamo influenzano il nostro modo di essere e di stare al mondo. Non c’è nulla di meno innocuo di una storia: noi umani da sempre ci influenziamo l’un l’altro grazie alle narrazioni. La storia della Dea ha bisogno di essere rinarrata, per colmare una mancanza, per dare forma a una nuova mitologia femminile o forse addirittura dell’umano, che passi attraverso il recupero di qualcosa che c’era ed è andato perduto. Il significato di fondo del mito della Dea, presente come una costante in tutte le sue varianti, è la visione del mondo come unità vivente. La Grande Dea, ovunque la si trovi, testimonia la percezione dell’universo come un tutt’uno vivente e sacro, in cui ogni cosa è tenuta insieme in una rete cosmica, dove tutti gli ordini della vita manifesti o immanifesti sono in relazione, oltre ogni dicotomia. Con la prefazione di Edmondo Lupieri e la postfazione di Ludovica Eugenio.
- 978-88-9380-359-5
- 2025
- €22.00
Donatella Signetti Laureata in Storia delle Origini Cristiane all’Università di Torino, con una tesi su Gesù e le donne nel Vangelo di Giovanni, docente, giornalista, umanista per vocazione, ha fondato nel 2012 la scuola di scrittura creativa Bottega di Storie e di Parole e tiene regolarmente corsi di narrazione e scrittura autobiografica. Ha pubblicato la raccolta di racconti Vi parlo da qui (2005), il romanzo La voce delle cose (2009), il saggio 55 domande e risposte sulle cose che contano (2020).

