Fabio Merlini
VENIRE A CAPO DI SÈ

Dove sta scritto che non accadrà un giorno di guardare alla libertà nello stesso modo disincantato, quando non cinico, con cui ci riferiamo oggi a valori quale l’onore, la fedeltà, la memoria, la gloria imperitura, la vita morale, la solidarietà? Oppure, ipotesi ancor più drammatica, che non succederà un giorno di dovervi rinunciare per rispondere più efficacemente a situazioni di emergenza estrema, causate dal nostro stesso processo di civilizzazione e dalle sue forme di razionalità disfunzionale? Il presente saggio fa propri questi dubbi. Chiedendosi però al contempo e sottotraccia se, in quel conflitto di forze (e di alleanze) che è la Storia, cioè in quell’incrocio di vicende contradditorie, di tempi sovrapposti e desincronizzati mediante cui si disegna la realtà plurale cui apparteniamo, esistano dei punti di non ritorno innegoziabili, non foss’altro per il rispetto dovuto alla sofferenza di chi nel passato e nel presente ne ha fatto e continua a farne una ragione di vita, anche a costo di enormi sofferenze, o della vita stessa. Ma anche qui: “innegoziabili” dove, a quali condizioni, e da parte di chi?
- 978-88-9380-337-3
- 2025
- €25.00
Fabio Merlini è direttore della Scuola Universitaria Federale per la Formazione Professionale di Lugano. Dal 2010 è presidente della Fondazione Eranos. Ha co-diretto, presso gli Archivi Husserl dell'Ecole Normale Supérieure di Parigi, il Groupe de Recherches sur l'Ontologie de l'Histoire. Ha insegnato filosofia della cultura ed epistemologia delle scienze umane all’Università di Losanna e in diverse altre Università. Tra le sue pubblicazioni più recenti: L’époque de la performance insignifiante. Réflexions sur la vie désorintée (Parigi 2011); Schizotopies. Essai sur l’espace de la mobilisation (Parigi 2013); L’architecture inefficiente (con Luigi Snozzi, Marsiglia 2016); Ubicumque. Saggio sul tempo e lo spazio della mobilitazione (Roma 2015); La Triste esthétique. Essais sur les catastrophes de l’immédiateté (Parigi 2018); L’estetica triste. Seduzione e ipocrisia dell’innovazione (Torino 2019).