Nerio Nesi
LE PASSIONI DEGLI OLIVETTI
Prefazione di Giuseppe Berta

Nerio Nesi entrò alla Olivetti, allora leader della tecnologia delle macchine per scrivere e di calcolo, nel 1958, poco più che trentenne dunque, e ha vissuto una parte importante della vicenda che ha trasformato una piccola officina che si occupava di apparecchi di misurazione elettrica, fondata da Camillo Olivetti, in una delle più importanti avventure industriali del capitalismo. La Olivetti diventa una potenza finanziaria, produttiva e culturale, capace persino di incidere sul design e sui gusti della società italiana e svolgendo un ruolo centrale nella storia dello sviluppo economico del Paese. Nesi sarà vicino ad Adriano Olivetti e a suo figlio Roberto nel periodo in cui il successo delle macchine Olivetti fu massimo, nutrito da quel “paternalismo” progressista e illuminato che fu uno dei tratti distintivi della personalità dell’uno e dell’altro. Toccò ad essi affrontare la nuova rivoluzione tecnologica: il passaggio che assunse, anche a livello ideologico, dalla meccanica alla elettronica, e, successivamente, alla informatica: una discontinuità storica inevitabile, alla quale una parte dell’azienda non era preparata. Questa e altre ragioni, che il libro di Nesi documenta, causarono il progressivo declino di una straordinaria impresa familiare – recentemente conclusa dalla scomparsa di Laura Olivetti – alla quale l’economia italiana ed europea deve molto.
- 978-88-8419-921-8
- 2017
- €18.00
Nerio Nesi nasce a Corticella, studia giurisprudenza nell’Università di Bologna. Entra ben presto nel movimento giovanile della sinistra, e sviluppa molti collegamenti in tutta Europa. Negli anni Cinquanta si trasferisce a Torino e lavora sotto la guida di Bruno Vasari, alla RAI. Passa poi all’Olivetti, della quale dirige i servizi finanziari. Nel 1965 entra nel sistema bancario come Vice-Presidente della CRT; poi è alla Banca Subalpina e alla Banca Popolare di Milano, prima di diventare Presidente della BNL. Nominato Cavaliere del Lavoro, diviene un protagonista della politica economica. Nel 1996 viene eletto alla Camera dei Deputati, nella quale viene chiamato a presiedere la Commissione delle “Attività Produttive”. Sarà poi, per poco più di un anno, Ministro dei Lavori Pubblici del governo Amato. Nel 2012 assume la presidenza della Fondazione Camillo Cavour, che trasforma ben presto in un prestigioso centro di conservazione e tutela del patrimonio ideale cavouriano e in un vivace punto di incontro tra studiosi, italiani e stranieri.